Nastro 1996-10 / lato B
(da n. 12’03’’ alla fine)
Intervista
a Janìna Ivan (accento mio, per pronuncia corretta), nato il 15-7-1906 a Volarje, fraz. di Tolmino.
Registrazione 30
agosto 1996
Numerazione minuti progressiva (cassette unite)
Il
primo giorno gli italiani sono andati sopra, su per il Mrzli Vhr, ma gli
austriaci gli tiravano giù sassi… si erano preparati delle cataste di sassi e
quando gli italiani iniziarono a salire…vhruum… fecero rotolare giù i sassi… e
gli italiani colpiti, si lamentavano:«Ahi, oh mamma mia, oh!»
Io
ho sempre abitato in questa casa.
02:30
Quando sono arrivati gli italiani abbiamo continuato a rimanere qui in casa per
più di un mese e poi metà paese è andato in Italia, mentre noi siamo andati in
territorio austriaco. Quelli che sono andati in Italia sono stati meglio, ma
quella volta non si sapeva.
03:25
Noi siamo stati proprio in Austria, vicino a Vienna, a Bruck an der Leitha. Eravamo
nelle baracche … la cucina per mangiare era in comune e si mangiava male.
Mio
padre era soldato, si chiamava Giovanni, come me (Gianìna Giovanni) ed era nato
nel … era soldato, ma avendo passato i quarant'anni era a lavorare in Austria,
non era al fronte.
Gli
italiani sono arrivati da Luico-Livek, poi Caporetto, Kamno, Volarje e sono andati
fino a Dolje e lì c'erano gli austriaci.
Gli
italiani sono passati, i bersaglieri in bicicletta… sono andati avanti su
questa strada ancora per poco e poi sono stati fermati dagli austriaci a Dolje.
07:29
Gli italiani salivano sul Mrzli Vhr e gli austriaci da sopra vrhuu gettavano
giù sassi… sono arrivati anche due soldati italiani che sapevano parlare slavo
perché venivano dalla Benečija (Slavia Friulana), e hanno parlato con la mia
mamma.
In
questo mese che sono stati qui gli italiani noi bambini si guardava. Gli
austriaci dapprima si fermarono in paese e guardavano con il cannocchiale verso
l'acqua dell'Isonzo, dove gli italiani facevano il bagno.
Noi
bambini non si capiva cosa dicevano…
I
soldati italiani … ce n'erano di buoni e di cattivi … sono arrivati sempre con
il fucile puntato nei confronti della popolazione.
Siamo
partiti profughi … fino a Tolmino a piedi, abbiamo approfittato che per un paio
di giorni non c'era neanche un italiano qui in paese.
Gli
italiani sono arrivati qui in pochi, all'inizio…
12:20 Siamo
andati [profughi] fino a Tolmino e a Santa Lucia, con i cavalli e poi abbiamo
preso il treno che ci ha portato in Austria…
In
Austria non ci siamo trovati bene; meglio sono stati quelli che andarono in
Italia. Molti si fermarono qui Breginj (Bergogna), quelli che erano ancora
capaci di lavorare; i piccoli e le donne sono stati mandati in Italia. Loro
stavano meglio perché avevano da mangiare in abbondanza e buono.
15:53 Ma
in Austria, barabbe! E più di metà sono morti. In casa nostra due fratelli più
piccoli di me e mio nonno vecchio sono morti lì in Austria, di fame.
L'Austria
= barabbe!
Quando
siamo arrivati qui, ah! siamo andati con i soldati e pastasciutta a volontà,
non c'era più fame, da mangiare fino a qui!
Siamo
tornati che era ancora nel 1918, e non c'erano gli italiani (la guerra era sul
Piave). Poi sono ritornati nuovamente gli italiani, e si riprese a mangiare.
1996-11 / Lato A
[da inizio a 20:46 su cassetta originale]
19:45 Volarje,
quando siamo ritornati la casa era rovinata: era la primavera del 1918, in
tempo per le semine.
I
più vecchi andarono più avanti di Caporetto in cerca di qualcosa da mangiare,
da comprare, ma era difficile trovarlo.
I
campi erano infestati di residuati della guerra, che vi rimasero per più di
venti anni. Venivano anche da fuori a cercare residuati. Italiani…
Quando
ritornarono gli italiani c'era da mangiare bene, in ogni casa sono entrati due
o tre soldati a dormire, per un paio di mesi.
All'inizio
(primi giorni della guerra) gli italiani venivano da Caporetto, lungo la strada
con le biciclette. Io sono stato lassù sulla strada a guardare, non avevamo
paura, e quella volta che sono andati li abbiamo guardati; non parlavano con
noi piccoli.
24:22 Gli
austriaci buttavano i sassi dall'alto, e gli italiani gridavano «Aiuta! aiuta! oh mamma mia!». Oh,
quello sì che lo ricordo, qualcuno anche morì, a causa dei sassi…
Gli
italiani, durante il primo mese, sono arrivati … sono andati a Gabrje; poi sono
tornati indietro, sono ritornati gli austriaci qui a Volarje, (due - tre,
qualche pattuglia)
Nessuno
ci ha detto di andare via. Un giorno sono arrivati … e metà abitanti sono
andati verso Selišče, non so se a piedi o a cavallo. Poi gli italiani (o in
paese … dicevano) che domani sarebbe toccato all'altra metà del paese essere
portata via, e siccome non si fece vedere nessuno noi siamo andati per conto
nostro, verso Tolmino, siamo andati a Gabrje, a piedi.
28:15 Da
Gabrje per la strada gli austriaci avevano messo delle frasche che impedivano
di vedere (frasche di nocciolo, mi mostra il ramoscello). Da Gabrje siamo
andati a Zatolmin.
A
Gabrje in quei giorni c'erano italiani, poi austriaci, poi italiani, poi
austriaci…
A
Dolje invece c'erano solo gli austriaci, e a Volarje c'erano solo gli italiani.
A Gabrje invece era ancora incerto.
Il
paese in cui sono stati profughi, vicino a Vienna = Bruck an der Leitha. Ci
siamo stati per tre anni, fino al 1918…
La
montagna che si vede dietro la foto, la chiamano il Kolovràt, più in alto è il
Matajùr.
Quelli
che sono stati in Italia si sono trovati meglio: non avevano fame, quelli;
noialtri sì, invece.
34:52 Poi
quando sono ritornati gli italiani, noi bambini andavamo a prenderci da
mangiare con la gavetta e gli alpini avevano la gavetta più grande degli altri
soldati, per mangiare. Dentro ci mettevano la menestra, la pastasutta,
di tutto. Ah! che buona era la pastasutta.
Quando sono arrivati gli italiani non c'era più fame…
L'uva
che c'è nel pergolato del sig. Janìna … la chiamano katàjne… [la trevigiana bacò
?]… ma non ne fanno vino, anche perché ci sono gli uccelli che ne mangiano
molta: è un'uva selvatica.
37:53 Janina
ha fatto poi il soldato in fanteria, a Brescia, ma non è stato in guerra. Ha
fatto il soldato nel 1926 e non si è trovato male.
Janìna è il più vecchio di Volarje; dei parenti (la
nuora?) mi indicano altra testimone a Gabrje: nella prima casa del paese, a
sinistra, una donna vecchia: Marija Leban
Bruck an der Leitha, profughi - begunci - Flüchtlinge
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