Testi e relativi audio presenti online sono © Camillo Pavan
Se qualcuno fosse interessato al loro utilizzo, me lo comunichi.
Di seguito:
Numero progressivo, Nome dell'intervistato, Data di nascita, Località di nascita, Località di residenza al momento dell'intervista, Data dell'intervista, Numero dell'audiocassetta (nell'archivio Pavan), Argomento
AUDIO : Link a brano selezionato (o registrazione originale) presente su YouTube
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1 - Bajt Jug Marija
1915 –
Gabrje – Gabrje – 1996,10,17 – 96/26b
Prima linea italiana: indicazioni topografiche.
Cappella alpina italiana di Gabrje: nomi delle persone riprodotte in foto.
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Prima linea italiana: indicazioni topografiche.
Cappella alpina italiana di Gabrje: nomi delle persone riprodotte in foto.
Vai alla pagina di "CAPORETTO" costruita con l'aiuto di Marija Bajt Jug
2 - Cimprič Željko
1951 - Kobarid/Caporetto – Kobarid/Caporetto – 1996,08,30 – 96/10b – 96/11a – 96/12a
AUDIO (Brano selezionato)
Museo
di Caporetto / Kobariški Muzej. Storia del museo: idea e realizzazione. Grande
riscontro tra la popolazione, che consegna reperti. “In questa maniera si forma
l’identità di un luogo”. Sua spiegazione del premio europeo per il museo
(Strasburgo, 1993).
Il nostro museo non è per i professori universitari: il nostro obiettivo è la gente comune. Nel 1995 sono venute più di 70.000 persone.
Il nostro museo non è per i professori universitari: il nostro obiettivo è la gente comune. Nel 1995 sono venute più di 70.000 persone.
3 - Fon Janez
1904 – Ladra – Ladra – 1996,08,29 – 1996,10,27 –
96/07ab – 96/08ab – 96/09ab – 96/10ab – 96/26b
Inizio
della guerra: arrivo degli italiani in territorio “austriaco”. AUDIO (Brano selezionato)
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Circospezione nell’avanzata, ma gli
“austriaci” erano una cinquantina di guardie territoriali locali, che si sono
ritirate sul Monte Nero. I civili furono lasciati in paese 14 giorni e poi
sfollati: a Bergogna fino a dicembre e poi a Corpo di Cava de’ Tirreni. All’epoca
della battaglia di Caporetto erano ritornati in Alto Isonzo, a Logje e
assistettero al bombardamento, alla ritirata degli italiani e all’avanzata
degli austriaci. Appena finito il passaggio dei soldati ritornarono a casa. La
casa era sana, ma mancavano le porte e i pavimenti erano bruciati.
4 - Gruntar Poldo
Kobarid/Caporetto – Kobarid/Caporetto – 1997,01 –
97/01a
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Capitello presso il ponte di Caporetto, costruito da suo padre Ivan verso il 1920
con pietre comprate alla fornace di Caporetto.
Mi permette di riprodurre una vecchia cartolina con il ponte napoleonico di Caporetto, distrutto all'inizio della Grande Guerra.
Mi permette di riprodurre una vecchia cartolina con il ponte napoleonico di Caporetto, distrutto all'inizio della Grande Guerra.
5 - Ivančič Ivo
1937 – Bovec/Plezzo – Bovec/Plezzo – 1996,08,30
– 1996,10,24 – 96/13a – 96/27ab
Recuperante
e collezionista. Proprietario di un
piccolo museo privato. Sua passione per i reperti bellici. Ritrovamento di una
delle mille bombe a gas lanciate dai tedeschi nello sfondamento del 24 ottobre
1917. Tecnica per svuotarla. Effetti.
6 - Janina Ivan
1906 – Volarje – Volarje – 1996,08,30 – 96/10b –
96/11a
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Inizio
della guerra: gli italiani salgono verso il Mrzli; gli austriaci si erano preparati cataste di sassi
e iniziarono a tirarli.
Gli abitanti di Volarje per metà sono andati in Italia. La sua famiglia invece è andata in Austria nel campo di Bruck an der Leitha: condizioni pessime.
Gli abitanti di Volarje per metà sono andati in Italia. La sua famiglia invece è andata in Austria nel campo di Bruck an der Leitha: condizioni pessime.
Ivan Janina, 1906, Volarje. (Agosto 1996) |
7 - Kanalec Amalija
1907 – Tolmin/Tolmino – Tolmin/Tolmino – 1996,09,14 – 96/19ab
–96/20b
Profughi
sloveni: all’inizio della guerra. Arrivarono i gendarmi ad allontanarli da casa. Ma non tutti in
paese partirono e quelli rimasti rubarono tutto a chi era partito. Mentre lei
era profuga da uno zio, sua madre era in ospedale in Cecoslovacchia. Ritornò
solo dopo un anno e mezzo.
Dopo la guerra, a Tolmino lavoravano solo i fascisti. Così lei andò a lavorare fuori: vent’anni fra Milano, Roma e Trieste.
Dopo la guerra, a Tolmino lavoravano solo i fascisti. Così lei andò a lavorare fuori: vent’anni fra Milano, Roma e Trieste.
Amalija Kanalec, 1907, Tolmino. (Agosto 1996) |
Kobarid
(Caporetto), interviste “volanti”, nella zona
1996,08,08 – 1996,08,10 – 96/04b – 96/05a (Golobi)
8 - Paula e Ivan Brik Golobi frazione di Livek/Luico = gli abitanti del paese profughi in sud
Italia; il padre soldato austriaco sul Monte Nero.
9 - Un abitante di Vrsno, ai piedi del Krn/Monte Nero: durante la guerra i paesani erano profughi
in Italia: non sa dove.
10 - Kurinčič Mirko
1946 – Drežnica/Dresenza – Drežnica/Dresenza – 1996,10,02 – 1996,10,24 – 96/22ab – 96/27a
Recuperante e collezionista, proprietario di un museo privato della guerra, di
storia locale e di etnografia. Difficoltà con autorità comuniste all’inizio
della sua attività. Località in cui ha trovato i reperti più belli. Problemi a
Drežnica durante il fascismo.
Mirko Kurinčič, 1946, nel suo museo a Drežnica-Dresenza. (Agosto 1996) |
11 - Leban Ivan
1906 – Tolmino – Tolmino – 1996,09,14 – 1996,10,02 – 96/20ab – 96/21a
Inizio
guerra: gli italiani si
fermarono oltre l’Isonzo. Sparavano su Tolmino e quando anche la sua casa
venne colpita la mamma disse: “Ce ne andiamo”. Sono stati ad Idria di Baccia
per due anni e appena finita la battaglia di Caporetto sono ritornati a casa.
Problemi fra le due guerre con gli italiani e i fascisti. Si diplomò maestro. Finita la seconda guerra arrivarono i comunisti. Ancora più problemi.
Problemi fra le due guerre con gli italiani e i fascisti. Si diplomò maestro. Finita la seconda guerra arrivarono i comunisti. Ancora più problemi.
Ivan Leban, 1906, Tolmino. (Agosto 1996) |
12 - Leban Marija
1910 – Gabrje – Gabrje – 1996,08,30 – 96/12b – 96/13a – 96/26b
Inizio
guerra: a Gabrje nei primi giorni c’erano gli austriaci e li fecero andar via. Poi arrivarono gli italiani. Loro andarono profughi in
Austria e si trovarono male. Sua vita nelle due guerre: «La prima guerra è stata più grande, la
seconda più cattiva».
Marija Leban, 1910, Gabrje. (Agosto 1996) |
13 - Likar Marija
1912 – Kobarid/Caporetto – Kobarid/Caporetto – 1996,08,30 – 96/11b
Battaglia di Caporetto: è l’unica cosa
di cui si ricorda. Abitavano in centro al paese e la misero a dormire in
camera. In cucina vennero molte altre donne perché sapevano che nella notte
sarebbe successo qualcosa. Quando iniziò la battaglia, sua mamma la prese in
braccio e la portò fuori. Pioveva e si portarono a Ladra, oltre l’Isonzo, dove
passarono la notte. Al pomeriggio del giorno successivo ritornarono a casa
attraverso il ponte di legno di Idrsko, che stava ancora bruciando.
1906 – Kobarid/Caporetto – Dubrovnik /Ragusa – 1995,08,14 – 1995,08,18 - 95/01 – 95/02 – 95/03 – 95/04
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Ex proprietario della casa ora museo di
Caporetto. Primo
intervistato in Slovenia. Arrivo degli italiani a Caporetto, il 25 maggio 1915. AUDIO (Brano selezionato)
Paura italiana di spionaggio. Vita durante la guerra. Tribunale militare nella
sua casa.
15 - Mašera Yulka
1910 –
Livek/Luico – Livek/Luico – 1996,08,18 – 96/06a
Inizio guerra, arrivo dei bersaglieri
italiani, nessun soldato
austriaco li aspetta.
Loro andarono profughi a Breginj/Bergogna per due anni e al ritorno il paese era tutto rovinato: case in piedi, ma vuote.
Loro andarono profughi a Breginj/Bergogna per due anni e al ritorno il paese era tutto rovinato: case in piedi, ma vuote.
Yulka Mašera, 1910, Livek-Luico. (Agosto 1996) |
16 - Matelič Vlado
1914 – Livške Ravne – Livške Ravne – 1996,08,10 – 96/05ab
Rommel passò per la sua casa, all’inizio dell’offensiva di Caporetto. Tutti
gli abitanti della zona del Kolovrat erano profughi nelle retrovie italiane
verso Cividale e non furono trattati male. Molti erano anche profughi in
Liguria, dove le donne trovarono da lavorare a raccogliere olive.
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Vlado Matelič, 1914 – Livške Ravne. (Agosto 1996) |
17 - Melihen Aloiz
1908 – Srpenica – Srpenica – 1996,09,06 – 96/15b –
96/16ab
1914:
all’inizio della guerra due suoi zii furono
chiamati alle armi in Galizia, e non sono più ritornati. Nel 1915 gli italiani
arrivarono a Serpenizza attraverso il passo Uccea. Gli abitanti furono lasciati in paese per un
paio di settimane. Poi furono trasferiti dapprima ad Azzida di Cividale, per un mese,
in seguito a Crescentino (VC) fino alla fine della guerra. Serpenizza era considerato un posto sicuro, vi erano i depositi e i soldati venivano a riposo.
L'intervista a Aloiz Melihen è stata utilizzata per la realizzazione delle pagine 334-346 di Caporetto, Storia , testimonianze, itinerari.
Alojz Melihen, 1908, Srpenica-Serpenizza. (Agosto 1996) |
18 - Minatori (gruppo
di ex…), ora pompieri volontari del paese
Log pod Mangrtom/Bretto – 1996,08,18 – 96/06a
Miniera e galleria ora sono chiuse, anche se - con
cautela – si potrebbe passare. Sotto il binario della galleria scorre l’acqua.
Tutto ha funzionato fino a 26 anni fa, per portare gli operai alle cave di
Predil: piombo e zinco.
19 - Pirc Darinka
1910 – Bovec/Plezzo – Bovec/Plezzo – 1996,09,06
– 1996,10,07-96/17ab – 96/18a
Arrivo
degli italiani all'inizio della guerra, nel 1915. Si fermarono alle prime case del paese, dove ora c’è
la funivia. Solo nel 1916 occuparono Plezzo fino alla chiesetta di Santa Maria
e lì restarono fino alla 12. battaglia. Lei fu profuga in Austria ad
Arnoldstein. La maggior parte degli abitanti di Bovec andò invece a Bruck an
der Leitha, dove in parecchi morirono di stenti.
Cucina economica tipica dell’alto Isonzo sloveno: descrizione da parte di Milan, fratello di Darinka. Milan racconta altri episodi della sua vita sotto la dominazione italiana, fino alla fine del 1943 quando arrivarono gli Americani in Sardegna. E lui, che si trovava lì con altri 7000 sloveni considerati poco affidabili, passò con loro.
Cucina economica tipica dell’alto Isonzo sloveno: descrizione da parte di Milan, fratello di Darinka. Milan racconta altri episodi della sua vita sotto la dominazione italiana, fino alla fine del 1943 quando arrivarono gli Americani in Sardegna. E lui, che si trovava lì con altri 7000 sloveni considerati poco affidabili, passò con loro.
20 - Rakušček Aloiz
1929 – Kobarid/Caporetto – Kobarid/Caporetto –
1999,08,12 – 99/01b – 99/02a
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
AUDIO (Registrazione originale integrale senza editing)
Condizioni
di vita a Caporetto tra le due guerre. Varie – Registrazione da trascrivere. (Amico della
prof.ssa Vadnjal Ferianis).
21 - Rakušček Mirko (1909) e moglie Loiska (1908)
Drežnica/Dresenza – Drežnica/Dresenza – 1996,08,31 – 96/14ab – 96/15a
Inizio
della guerra: arrivo degli italiani. «Noi bambini siamo stati i primi a vedere i
bersaglieri con il cappello con le piume».
Costretti a lasciare il paese (con mamma e zio vecchio – parla Mirko) mentre papà e uno zio erano soldati con l’Austria. Portati per due mesi a Podbela e poi per tre anni a Candida, un paesetto poco più grande di Drežnica, in provincia di Avellino.
Costretti a lasciare il paese (con mamma e zio vecchio – parla Mirko) mentre papà e uno zio erano soldati con l’Austria. Portati per due mesi a Podbela e poi per tre anni a Candida, un paesetto poco più grande di Drežnica, in provincia di Avellino.
Mirko e Loiska Rakušček - Drežnica/Dresenza. (Agosto 1996) |
22 - Rupnik Franc
[1925?] – Kobarid/Caporetto – Kobarid/Caporetto – 1996,08,29 – 1996,09,06 – 96/10b – 96/15b
Italianizzazione
forzata. Comportamento anti-sloveno di italiani
dopo 1.a GM. Episodi di resistenza anti tedesca in 2. a Guerra mondiale. Varie
informazioni su personaggi storici di Caporetto.
Foibe: genocidio di italiani? No: rivoluzione diretta dai comunisti. Hanno maltrattato anche il vescovo arrivato a Nuova Gorizia da Lubiana: l’hanno preso a calci e schiaffi e buttato oltre il filo spinato. Ho assistito anch’io, nel 1947.
(Nel 1996, Rupnik è il parroco di Caporetto).
Foibe: genocidio di italiani? No: rivoluzione diretta dai comunisti. Hanno maltrattato anche il vescovo arrivato a Nuova Gorizia da Lubiana: l’hanno preso a calci e schiaffi e buttato oltre il filo spinato. Ho assistito anch’io, nel 1947.
(Nel 1996, Rupnik è il parroco di Caporetto).
23 - Skočir
Ana
1921 – Selišče – Selišče –
1996,08,08 – 96/04ab
Linee avanzate italiane dall’Isonzo al
Mrzli, in riva al torrente
Volarje. Indicazioni topografiche varie. Galleria di Selišče. Condizioni di lavoro del marito, per
gli italiani. Ora lei prende la pensione italiana di reversibilità.
Galleria di Selišče, costruita dagli italiani, con feritoie rivolte verso l'Isonzo e non utilizzata durante la Battaglia |
Primož Skočir mi porta a conoscere la galleria di Selišče. (9 agosto 1996) |
24 - Skubin Alfons
1924 – Drežnica/Dresenza – Drežnica/Dresenza – 1996,08,31 – 96/14a
Krn/Monte
Nero: mi mostra il suo profilo, visto dal campo che sta lavorando. Sembra il poeta
“Dante che sta dormendo”. Sono stati quelli del CAI di Cividale, ad
accorgersene. Mi parla del Monte Nero “di cui conosce ogni sasso” e della
grande chiesa di Drežnica, in cui durante la guerra mettevano i feriti.
Alfons Skubin (1924) e, sullo sfondo, la grande chiesa di Drežnica e il massiccio del Krn/Monte Nero |
25 - Stergulc Andrej (sindaco di Bovec) e Pirc Milan
Bovec/Plezzo – Bovec/Plezzo –
1997,05,15 – 97/03 –97/04
Profughi
sloveni. Inaugurazione monumento ai morti civili dell’Alto Isonzo nel campo profughi
di Bruck an der Leitha, il 1 maggio 1995.Due cassette da trascrivere.
Andrej Stergulc, sindaco di Bovec, a Bruck a/d Leitha. (1 maggio 1995) |
26 - Ursič Franc
1908 – Idrsko – Idrsko – 1996,08,31 – 96/14a
Inizio della guerra: arrivo dei bersaglieri da Livek (Luico). Lui
abitava lungo la strada, in una delle sette case all’epoca ancora coperte di
paglia. Il 7 giugno 1915 gli italiani li mandarono a Breginj, e non fecero in
tempo a prendere niente con sé. Poi furono portati a Nola, vicino a Caserta. Rimasero
profughi fino al 1919.
Franc Ursič , 1908, Idrsko. (Agosto 1996) |
27 - Ursič Mihael
1910 – Borjana – Borjana – 1996,08,21 – 96/06b
Caporetto, la battaglia. «Io mi ricordo tutto. E’ cominciata a
mezzanotte, noi si uscì di casa e guardavamo il Montenero, si vedeva il
fuoco. Vennero alla sera gli italiani a dirci che dovevamo andar
via, profughi verso l’Italia. Mio padre non voleva e ci nascose tutti in
cantina».
Battaglia di notte sul monte Stol, sopra Borjana.
Battaglia di notte sul monte Stol, sopra Borjana.
Mihael e Edvige Ursič, 1910, Borjana. (Agosto 1996) |
28 - Vadnjal Ferianis Iva/Giovanna
1926 –
Tolmino – Venezia – 1997,01 – 97/1ab
Sloveni e italiani: rapporti in Alto Isonzo. A differenza di Trieste, dove la
contrapposizione fra i due gruppi etnici è aperta, in Alto Isonzo c’è “sotto
sotto” un’antipatia generalizzata contro gli italiani.
Molto risale, secondo lei al periodo dell’occupazione italiana fra le due
guerre e durante la 2.a Guerra, quando venne occupata la provincia di Lubiana e
si formò un forte movimento di resistenza. Comunque, se durante il fascismo non
ci si occupava di politica, nessuno ti ostacolava per il fatto di essere
slovena. Suo padre era capo Ufficio Catasto a Tolmino e ufficiale con lo stato
Maggiore di Boroević a Vittorio Veneto. Gli italiani non gli riconobbero il
titolo di ingegnere (laureato in geodesia a Graz) e lo declassarono a geometra.
La madre era di Caporetto, ed era una Gruntar, una delle famiglie di spicco.